Rassegna: giurisprudenza della Corte di Giustizia sul pubblico impiego (10.02.14)

Rassegna di pronunce della Corte di Giustizia sul pubblico impiego*:

  • C-53/04, sentenza 7 settembre 2006, Marrosu e Sardino sul lavoro a termine nel pubblico impiego per la quale “l’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, concluso il 18 marzo 1999, che figura in allegato alla direttiva del Consiglio 28 giugno 1999, 1999/70/CE, relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato, dev’essere interpretato nel senso che non osta, in linea di principio, ad una normativa nazionale che esclude, in caso di abuso derivante dall’utilizzo di una successione di contratti o di rapporti di lavoro a tempo determinato da parte di un datore di lavoro rientrante nel settore pubblico, che questi siano trasformati in contratti o in rapporti di lavoro a tempo indeterminato, mentre tale trasformazione è prevista per i contratti e i rapporti di lavoro conclusi con un datore di lavoro appartenente al settore privato, qualora tale normativa contenga un’altra misura effettiva destinata ad evitare e, se del caso, a sanzionare un utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato da parte di un datore di lavoro rientrante nel settore pubblico”;

  • C-88/08, sentenza 18 giugno 2009, Hutter, sulla parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro ed, in particolare, l’esclusione dell’esperienza professionale acquisita anteriormente al compimento del diciottesimo anno di età che si pone in contrasto con il divieto di discriminazione basata sull’età;

  • C- 3/10, ordinanza 1° ottobre 2010, Affattato, sulle misure di prevenzione degli abusi nell’utilizzo del contratto a termine nel pubblico impiego, in particolare la Corte ha affermato che la relativa clausola della direttiva 99/70/CE “non osta ad una normativa nazionale, come quella di cui all’art. 36, quinto comma, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, la quale, nell’ipotesi di abuso derivante dal ricorso a contratti di lavoro a tempo determinato stipulati in successione da un datore di lavoro del settore pubblico, vieta che questi ultimi siano convertiti in un contratto di lavoro a tempo indeterminato quando l’ordinamento giuridico interno dello Stato membro interessato prevede, nel settore interessato, altre misure effettive per evitare, ed eventualmente sanzionare, il ricorso abusivo a contratti a tempo determinato stipulati in successione. Spetta tuttavia al giudice del rinvio accertare se le condizioni di applicazione nonché l’attuazione effettiva delle pertinenti disposizioni di diritto interno configurino uno strumento adeguato a prevenire e, se del caso, a sanzionare il ricorso abusivo da parte della pubblica amministrazione a contratti o a rapporti di lavoro a tempo determinato stipulati in successione”;

  • C- 393/10, sentenza 1° marzo 2012, O’ Brien, riguardo all’accesso al regime della pensione di vecchiaia e la distinzione a livello nazionale tra lavoratori a tempo pieno e lavoratori a tempo parziale retribuiti in base a tariffe giornaliere;

  • C-157/11, sentenza 15 marzo 2012, Sibilio, sulla differenza prevista dalla legge tra l’indennità pagata ai lavoratori socialmente utili e la retribuzione percepita dai lavoratori a tempo determinato e/o indeterminato assunti dalle stesse amministrazioni e che svolgono le medesime attività;

  • C-50/13, ordinanza 12 dicembre 2013, Papalia, sul diritto al risarcimento del danno in caso ipotesi di utilizzo abusivo, da parte di un datore di lavoro pubblico, di una successione di contratti di lavoro a tempo determinato.

  • C-361/12, sentenza 12 dicembre 2013, Carratù, sulla legittimità dell’indennità prevista dal collegato lavoro (legge 183/2010) nei casi in cui il lavoratore ottenga la conversione a tempo indeterminato di un precedente contratto a termine illegittimo; tale regime, diverso e meno favorevole rispotto a quello in caso di licenziamento illegittimo, non contrasta con il diritto dell’Unione europea.

* Rassegna tratta da Vincenzo Di Michele, Il dialogo tra Corte di Giustizia dell’Unione europea e Giudici nazionali sulla flessibilità del lavoro alle dipendenze di pubbliche amministrazioni reperibile attraverso la seguente pagina dell’osservatorio.

Siti esterni richiamati:  EUR-Lex il diritto dell’Unione europea, Studio Legale Galleano, Corte di Giustizia dell’Unione europea e Centro Studi di Diritto del Lavoro Europeo “Massimo D’Antona”, Università degli Studi di Catania.

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